La matematica nasce dai problemi

 

 La matematica progredisce ponendo e risolvendo problemi.

  Einstein diceva:
      “Le risposte sono tutte di fronte a noi:
            basta trovare le domande giuste”.

I problemi da cui nascono le teorie matematiche a volte sono di tipo pratico.Altre volte sono problemi che nascono dalla generalizzazione di risultati già ottenuti.Molte volte è successo che alcune teorie sviluppatesi per uno scopo interno alla matematica si siano rivelate essenziali molti secoli più tardi per problemi completamente diversi.Ad esempio, le curve dette coniche perchè si possono ottenere sezionando un cono con un piano, nacquero forse dallo studio delle meridiane; furono ideate nel IV secolo a.C. dal matematico Menecmo, dell’Accademia di Platone, e utilizzate per risolvere il problema della duplicazione del cubo. In seguito nel III secolo a.C. furono studiate da Euclide, Archimede ed Apollonio; quest’ultimo le ottenne in un modo più generale e dette loro i nomi attuali: ellisse, iperbole e parabola.Le stesse curve e le loro proprietà geometriche furono utilizzate duemila anni più tardi da Keplero per descrivere le leggi del moto dei pianeti intorno al Sole.Per fare una altro esempio, solo in tempi recenti la teoria dei numeri, da sempre considerata anche dai matematici una delle teorie più astratte e più pure, ha dato contributi determinanti nel campo della affidabilità e della sicurezza delle telecomunicazioni: senza di essa le imprese spaziali non sarebbero state possibili e le transazioni finanziarie per via telematica non sarebbero state sicure e quindi non si sarebbero sviluppate. 

impertinente

“Se la matematica e la scienza prendessero il posto della religione e della superstizione nelle scuole e nei media,il mondo diventerebbe un luogo più sensato, e la vita più degna di essere vissuta. Che ciascuno porti dunque il suo contributo, grande o piccino, affinché questo succeda, per la maggior gloria dello Spirito Umano.” 

(Piergiorgio Odifreddi, Il matematico impertinente)