Il progetto è stato un lavoro corale intessuto di idee, dialoghi, confronti protrattisi per un anno, tra alcuni docenti e diversi gruppi di studenti.
Alle spalle di tutto c’è il libro Le città invisibili, in cui Italo Calvino immagina che Marco Polo presenti all’imperatore tartaro Kublai Kan una serie di città fantastiche e labirintiche.
Poi, ci sono gli studenti della nostra scuola che, con la macchina fotografica in mano, attraversano le vie della metropoli, immortalano anfratti e angoli, aspetti noti e meno noti. Altri studenti leggono il libro e associano alle foto alcuni passi che fungano da didascalie, secondo nessi analogici ed emotivi più che descrittivi. Ciascuno interpreta il lavoro degli altri in una spirale di rimandi che mette in comunicazione un grande scrittore, giovani studenti creativi e lettori attivi.
Ne nasce un umile omaggio di giovani cittadini alla Milano città vivente.
Il progetto ha comportato anche l’allestimento di una mostra fotografica presso l’aula vetri dell’istituto, e la realizzazione del sito che raccoglie una selezione delle fotografie scattate dagli studenti.
Il sito è raggiungibile cliccando sull’immagine seguente
“Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d'un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell'economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi. Il mio libro s'apre e si chiude su immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici.”
Italo Calvino Le città invisibili